Rifugio CHIUSO.


La Storia del Rifugio Viola





La storia del Rifugio Viola

Agli occhi dell’escursionista la struttura appare nel suo aspetto severa ed essenziale. Questo è dovuto al suo trascorso storico: il Rifugio infatti nasce come fortino militare della guardia di finanza costruito a inizio secolo, poco prima della Grande Guerra.

In periodo bellico la struttura ha svolto solamente mansioni di sorveglianza e controllo delle zone di confine, non entrando mai di fatto in conflitto.

Rimasta operativa fino al termine degli anni ‘50, la caserma di proprietà del demanio, diviene poi terra di nessuno utilizzata come ricovero di fortuna per il bestiame da parte di cacciatori e pastori. In stato di totale abbandono diventa però teatro di atti vandalici.

Solo nel 1972, Marco Fraquelli, amante della montagna e frequentatore abituale della zona, intuisce l’importanza turistica del luogo. Strappando il fortino all’incuria, con impegno, determinazione e il supporto della sua famiglia, ne ricava quello che oggi è conosciuto come Rifugio Viola.

CURIOSITÀ

Bombardato per errore rifugio italiano a 2000 metri


Il 6 novembre 1985, Marco Fraquelli e il figlio Aldo stavano svolgendo attività di manutenzione quando vennero interrotti da un rumore simile al passaggio di un aereo a bassa quota.

Sottovalutando inizialmente la cosa, notarono invece che quel “sibilo” si faceva sempre più forte e incuriositi, uscendo dal Rifugio poterono constatare cosa effettivamente stesse succedendo.

24 colpi di mortaio erano stati lanciati per errore nelle immediate vicinanze del Rifugio da reparti militari svizzeri in esercitazione nella confinante Val di Campo, poco oltre il Passo Viola.

L’immediata denuncia del fatto alle forze dell’ordine portò la vicenda a concludersi fortunatamente per il meglio.

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